L’amore, il destino, la chimica. Sono i pilastri su cui si regge ogni narrazione umana, e sono i temi al centro di una conversazione inaspettatamente profonda con due dei volti più amati e cerebrali del cinema e della televisione contemporanea: Brett Goldstein e Imogen Poots. Lui, noto al grande pubblico per aver prestato il volto e il burbero cuore a Roy Kent in Ted Lasso; lei, attrice acclamata per la sua versatilità e la capacità di incarnare personaggi sfaccettati. I due artisti si sono confrontati sulla natura delle relazioni, sull’illusione dell’anima gemella e, soprattutto, sulla paura che si nasconde dietro ogni inizio promettente, rivelando prospettive che sono tanto ciniche quanto disarmantemente oneste.
L’intervista, che si apre con una nota di leggerezza quasi surreale (un ringraziamento ironico a Goldstein per aver reso nuovamente di moda il “pelo sul petto”), ha virato rapidamente verso il cuore della questione che lega non solo il loro nuovo progetto, ma l’esistenza di ognuno di noi: cosa ci affascina e cosa ci spaventa di più quando si tratta di dare inizio a una storia d’amore?
Il Fascino Ineffabile del Mistero e del Comfort Immediato
Per Imogen Poots, l’inizio di una relazione è un terreno fertile dominato da due forze apparentemente in contrasto. Da un lato, c’è il desiderio irresistibile di “arrivare a conoscere una persona”, un’esplorazione che è di per sé un atto di speranza e curiosità. Dall’altro, in questa fase embrionale, si annida il “mistero,” una nebbia affascinante che avvolge l’altro e che rende ogni interazione carica di potenziale.
L’attrice sottolinea come il vero segnale positivo, quello che fa scattare l’allarme buono, non sia solo l’eccitazione, ma un senso di familiarità inspiegabile: “C’è qualcosa che può sembrare immediatamente confortevole, prima ancora che tu li conosca”. Questa sensazione di comfort immediato, un’armonia che precede la conoscenza logica, è ciò che molti identificano con il concetto di chimica, o forse con il primo assaggio dell’anima gemella. È il momento in cui si capisce che la propria “persona” è finalmente incrociata nella propria vita, un allineamento di valori e interessi che può portare a “grandi momenti”.
Questo punto di vista coglie la magia delle prime fasi, dove il tempo sembra rallentare e ogni gesto, ogni parola, è caricato di significato. È la fase della proiezione, dove l’altro è ancora un universo inesplorato, e si è pienamente immersi nell’euforia della scoperta, un periodo di grazia che, come ogni cosa bella, è intrinsecamente fragile e destinato a mutare.
Il Cinismo Scientifico e la Paura della Disconnessione
E qui subentra il rovescio della medaglia, la paura, che per Brett Goldstein assume una sfumatura quasi scientifica, molto diversa dall’idealismo che spesso si associa all’amore. Interrogato su cosa lo preoccupi di più, la sua risposta è stata tanto concisa quanto brutale: “I prodotti chimici che svaniscono”.
Questa confessione è un pugno nello stomaco per i romantici. Goldstein non teme il dramma, l’infedeltà o i litigi, ma il lento, inesorabile dissolversi della reazione biochimica che alimenta l’attrazione e l’eccitazione iniziale. È il timore che, una volta esaurita la spinta ormonale, ciò che resta sia un vuoto o, peggio, l’indifferenza. È un’ammissione che spoglia l’amore di ogni misticismo per ricondurlo alla pura e semplice biologia, un atto di onestà intellettuale che rispecchia la sua vena umoristica e tagliente già apprezzata in Ted Lasso.
Imogen Poots, pur rimanendo nell’ambito del disfacimento, esprime un timore più relazionale: “Che finisca e che non ti piaccia più così tanto”. Questa è la paura del fallimento del duro lavoro emotivo. Una relazione è un investimento di tempo, energia e vulnerabilità. Il pensiero che, dopo tutto lo sforzo, il risultato sia il disprezzo o una profonda disaffezione è percepito come “un brutto risultato”. In entrambi i casi, la paura è la stessa: l’amore, nella sua manifestazione più euforica, è un fenomeno a tempo, e il vero terrore è cosa succederà quando il sipario della luna di miele sarà calato.
Il Progetto ‘Soulmates’: L’Amore che Sfida Le Etichette
Queste riflessioni non sono astratte, ma sono il nucleo emotivo del progetto che li vede coinvolti. Brett Goldstein ha spiegato che il film è nato da un cortometraggio che aveva realizzato tempo fa, incentrato su due migliori amici che si recano in una clinica per sottoporsi a un “test dell’anima gemella” . Questa idea, così potente e attuale, non li ha mai abbandonati, ispirando persino la serie TV Soulmates.
Il film esplora una zona grigia dell’affetto umano che raramente viene affrontata con tale intensità: l’esistenza di “una persona che non è il tuo partner che è il tuo amico, ma con cui c’è qualcosa di più”. È una domanda universale che risuona in molte amicizie profonde: “Cos’è questo sentimento, è amore, è amicizia?”.
Il film affronta questa ambiguità in modo strutturale, raccontando la storia di questi due personaggi nell’arco di “12 anni,” ma mostrando solo i momenti in cui sono insieme . Questa scelta narrativa è di per sé un commento sul concetto di anima gemella. Suggerisce che il vero legame non è definito da uno stato civile, ma dalla persistenza di una connessione che resiste al tempo e alla separazione, una presenza costante e rassicurante che emerge al di là delle vicissitudini delle loro vite separate. È una celebrazione della complessa e spesso indefinibile bellezza del rapporto platonico-romantico.
La Filmografia del Cuore: Da Sally a Larry Flynt
Per comprendere appieno la loro visione dell’amore, l’intervista ha esplorato le loro preferenze cinematografiche in materia romantica. L’ovvia inclusione di Harry, ti presento Sally… (When Harry Met Sally) serve da punto di riferimento: la commedia romantica perfetta che esplora proprio il confine tra amicizia e amore, confermando la centralità di questo tema per entrambi gli attori. A questa si aggiunge Innamorarsi (Falling in Love) con Meryl Streep e Robert De Niro, lodato per la sua recitazione e la sua narrazione matura.
Ma è Brett Goldstein a sorprendere con la sua scelta più audace e illuminante: Larry Flynt – Oltre lo scandalo (The People vs. Larry Flynt). Questa scelta, che a prima vista sembra stonare, rivela molto sulla sua concezione dell’amore. Goldstein ha spiegato, in modo molto serio, che la vera storia d’amore del film è quella tra Larry e Courtney Love, un rapporto che, per un osservatore esterno, potrebbe sembrare “terribile,” “orribile”, ma che era basato su un amore innegabile. “Lui la amava fottutamente,” dice l’attore, trovando il momento più straziante e toccante nella scena finale in cui l’uomo guarda i video della moglie, un atto di devozione pura.
Questa scelta è la dimostrazione che per Goldstein l’amore vero non è la perfezione patinata, ma il caos emotivo, il legame indissolubile che resiste nonostante le complicazioni, la malattia, o il giudizio esterno. È un amore viscerale che sfida le convenzioni e che rende l’individuo vulnerabile in modo profondo.
Imogen Poots ha infine citato film come Se mi lasci ti cancello (Eternal Sunshine of the Spotless Mind) e 50 volte il primo bacio (50 First Dates), confermando che i film più interessanti per lei sono quelli che affrontano le “complicazioni” del dare la propria vita a qualcun altro.
L’Eredità della Complessità
In conclusione, l’intervista con Brett Goldstein e Imogen Poots va oltre la semplice promozione. È un dialogo stimolante sulla complessità dell’affetto in un’epoca in cui i test dell’anima gemella virtuali o reali riflettono il nostro bisogno di certezze. Il loro contributo è un promemoria che l’amore, nel suo fascino iniziale e nella sua paura finale, è alimentato da chimica e scelta. E se il cuore teme che “i chimici svaniscano,” l’unica vera risposta è forse quella che Poots e Goldstein hanno esplorato nel loro lavoro: la persistenza di quel “comfort immediato” e la volontà di accettare l’altro con tutte le sue e le proprie complicazioni, ben sapendo che la vera storia non è come si inizia, ma come si riesce a continuare, giorno dopo giorno, volo dopo volo, con la mano di un amico, o di un partner, stretta nella propria. L’ultima nota, infine, è un cenno all’attesa dei fan, con Brett Goldstein che elegantemente si rifiuta di spoilerare Ted Lasso con una canzone , lasciandoci in attesa non solo del loro nuovo progetto, ma anche del prossimo capitolo della sua carriera, sapendo che ovunque andrà, porterà con sé una visione dell’amore sorprendentemente profonda.